La Contro-Rassegna - 15 Giugno 2022

Flop referendum, Prado: “Tutta colpa di Salvini? Molto più ampio e efficace il fronte opposto”

Per la contro-rassegna quotidiana l’avvocato Iuri Maria Prado incomincia da una lettera da parte di Giandomenico Caiazza al Foglio e da un’intervista a Gaetano Pecorella.
“Entrambi notissimi penalisti – racconta Prado – Il primo Caiazza molto attivo e noto in ambito associativo e pubblico, presidente dell’Unione Camere penali. Il secondo Pecorella già parlamentare, nonché docente”. Sull’argomento: “Entrambi si occupano di un esito referendario così negativo”.

Prado legge il titolo dell’intervista a Pecorella: “Disastro annunciato. Salvini mai stato garantista. Il fallimento dei referendum sarà un boomerang”. Racconta: “Entrambi s’incaricano di sottolineare come l’aver scelto di appaltare, di affidare ad una forza non propriamente garantista un’iniziativa politica di questo tipo non fosse una scelta proprio meritata”. Poi su Caiazza: “Fa anche ragionamenti di carattere tecnico sull’appropriatezza dei quesiti, sulla discussione politica che ha condotto ad individuarli, sul modo con cui sono stati articolati”.

“Tutte considerazioni condivisibili – commenta – Ci si domanda però quanto sia proficuo e quanto davvero spieghi questo esito, e quanto contribuisca a aprire una prospettiva diversa, il concentrarsi su queste ragioni del fallimento. Il vero motivo di questo esito non è da mettere unicamente sulle spalle di Salvini, per quanto sia il personaggio che si conosce, per quanto si sappia perfettamente che ha assunto quell’iniziativa come boutade strumentale, per quanto si sappia che altro che ‘giustizia giusta’ slogan esauriente per quella forza politica è ‘buttiamo le chiavi’. Tutto questo diamolo per acquisito”.

Conclude: “Ma è indubbio che contro il piccolo fronte genuinamente referendario si è squadernato un fronte molto più ampio e molto più efficace nel determinare questo esito, di fronte l’inefficacia di Salvini. Forse varrebbe la pena di concentrarsi su quello. Questo non vuol dire non discutere delle responsabilità, non riconoscere e denunciare l’improvvisazione strumentale e pretestuosa del capo della Lega durante questo esperimento. Non è questo che ha fatto andare a ramengo l’esperimento referendario”.

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