Cronaca - 22 Aprile 2022

Estromettere i russi da Internazionali di tennis. Hoara Borselli: “La politica che entra a gamba tesa nello sport”

Un altro grande problema sta attanagliando Draghi e terrà occupato il Parlamento. Non parlo del problema visto a Pasqua delle 4mila persone in fila per il pane perché non hanno una lira e non possono mettere insieme il pranzo con la cena.

Discutiamo per i prossimi Internazionali che si terranno il prossimo 2 maggio a Roma, se estromettere i tennisti russi dalla competizione: quindi se omologarci alla scelta di Wimbledon di estromettere i giocatori o meno.
Questo interrogativo che è surreale, anche soltanto doverselo porre, è nato dal Codacons che dice “Per solidarietà agli ucraini, eliminiamo i tennisti russi. Diamo questo segno importante”.

La politica che entra a gamba tesa nello sport, grande ipocrisia come l’ha definita Panatta. Si è anche espresso Djokovic che dice: “Io sono cresciuto in mezzo alla guerra. Io so quanto faccia schifo la guerra e la rinnego. Sono contro la guerra ma nonostante ciò dico che la politica non debba in alcun modo entrare dentro lo sport”.

Ed è ciò che dico anch’io. Ed è ciò che mi ha fatto rabbrividire quando si è pensato di togliere dalle scuole Dostoevskij. Oppure quando si è licenziato maestri d’orchestra alla Scala perché russi. Oggi essere russi è una colpa. Una colpa imperdonabile, per la quale le persone russe devono essere estirpate come gramigna cattiva.

Ma cosa c’entra lo sport con la guerra. Che segno danno la Vezzali o lo stesso Malagò che dicono “Noi scenderemo in campo affianco l’Ucraina. Quindi, estromettendo i giocatori russi noi daremo un segnale forte”.

No, diamo un segnale forte d’inciviltà. Perché la guerra si combatte tra i protagonisti. Tutto quello che sta intorno, dunque lo sport, la musica, l’arte, lo spettacolo sono cose a parte. E se noi facciamo passare il messaggio che essere russo significa persona da eliminare, noi non facciamo altro che dare un messaggio estremamente distorto, pericoloso. E ciò ci allontana da quello che è il concetto anche soprattutto di pace.

Il popolo non c’entra nulla con questo schifo che sta avvenendo.

Di Hoara Borselli

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