Elezioni, Tirinnanzi: “In politica niente più bipolarismo perfetto. Oggi le diverse fazioni sono molto più ‘liquide'”
Ospite di Sotto Torchio Luciano Tirinnanzi, autore del libro “I comunisti lo fanno meglio”.
Torchiaro: “Quest’oggi parliamo un po’ di storia e un po’ di attualità, perché parliamo di comunisti. “I comunisti lo fanno meglio”. Questo è il titolo del libro che andiamo a presentare insieme al suo autore, curatore e anche editore, Luciano Tirinnanzi. Cosa troviamo in questo libro?”
Tirinnanzi: “Beh, allora troviamo un po’ tutto, tutto quello che una mente giovane come la mia, che non ha vissuto per questioni anagrafiche il comunismo, però era incuriosito del mettere una parola fine in quest’epoca di post comunismo e post fascismo, tornando alla storia per tracciare quelle che sono le nostre linee del passato, elaborarle e proiettarci verso il futuro. L’intento, quindi era quello. Ovviamente, ‘I comunisti lo fanno meglio’ è un titolo ironico. L’arte politica, quello era un po’ il il punto che io volevo cogliere. E c’è una sorta di sottotitolo. Cioè la domanda è lecita, per questo abbiamo voluto unire tanto i veri comunisti italiani con gli anticomunisti o comunque coloro i quali non non si ritrovavano in questo schema, ovviamente a destra, socialisti e anche un po’ personaggi dell’arte, della cultura e dello spettacolo e i filosofi”.
Torchiaro: “Vedi dei degni eredi del Partito Comunista?”
Tirinnanzi: “Beh, diciamo che io sono marchiato a fuoco proprio per il fatto di essere livornese, da quest’idea livornesità che è a suo modo è stata una città sovietica e che richiedeva anche, insomma, un certo modo di di parlare e agire. Stavi di qua o di là? C’era un bipolarismo, c’erano i comunisti e quelli che erano dall’altra parte. Questo diciamo un po’, è rimasto, ma come eco. Anche oggi però non vedo niente di quella grande scuola politica che nel bene e nel male è stato il partito comunista italiano. È proprio questo, cercavo io dai vari autori sono ben 22 personalità che hanno raccontato la loro storia personale, oltre che la loro scuola di partito”.
Torchiaro: “I comunisti lo fanno meglio oppure no? 22 confidenze e si parte con Bruno Vespa, ma Bersani e Fausto Bertinotti, Gianni Cuperlo, Achille Occhetto, Massimo D’Alema, Emanuele Macaluso e tanti altri. Di questi eh di questi ci sono alcuni simpatizzanti e altri anti-simpatizzanti, perché in Italia un muro, non c’è mai stato, ma c’erano comunisti e anticomunisti”.
Tirinnanzi: “Allora, intanto, a proposito di Berlusconi, vorrei raccontare un aneddoto, perché uno degli aspetti più importanti di questo libro per me era avere dentro Veltroni e Berlusconi. Entrambi hanno declinato, in realtà Berlusconi – da fonti certe so che aveva scritto di proprio pugno quella che immagino fosse un’invettiva contro il comunismo – però poi all’ultimo diciamo, è stata stracciata, non si sa bene per quale motivo. In realtà io volevo marcare con quell’idea la differenza tra il comunismo dell’Unione sovietica e il comunismo italiano, che hanno ovviamente due storie completamente non completamente però in buona parte diverse e comunque le cui rette si sono allontanate nel tempo. Certamente, diciamo la matrice, certo la matrice primigenia originaria del 1921 poteva essere simile, sovrapponibile. Poi le storie sono state quanto mai le più diverse. Ecco come nasce un’opera con protagoniste 22 personalità così diverse tra loro sì, non è semplice, però a me piace questa editoria di servizio, cioè che aiuti soprattutto le nuove generazioni che non hanno vissuto quella storia ad avere un ricordo. Oggi si fa fatica a leggere, quindi sono meglio estratti brevi, concisi di persone che mettono dentro tutta la loro passione. Ricordo che Livia Turco, addirittura ricordando il Partito Comunista Italiano si è messa a piangere durante l’intervista, insomma, è una cosa commovente che però non può capire chi non ha vissuto quell’epoca. Ci crediamo perché sono pillole di saggezza, mosaici di opinioni. Diverse, come è necessario che sia, perché ovviamente io non credo nella dottrina nel bianco e nel nero, nel bipolarismo perfetto che c’era, forse ai tempi di Don Camillo e Peppone. Ma oggi non c’è più, oggi lo vediamo con con le elezioni che si avvicinano tutto sia un po’ liquefatto”.