Diavoli, Succession e House of cards, le recensioni fluide di Angela Azzaro
Il potere nelle sue varie forme, raccontato dal grande cinema. Perché le serie tv, quando realizzate bene, sono il futuro della settima arte
Su Sky la seconda attesa stagione di Diavoli, tratta dall’omonimo romanzo di Guido Maria Brera. Il mondo della finanza, i suoi protagonisti, la loro vita e i compromessi che devono raggiungere. La spietatezza di quel mondo. I Diavoli è un prodotto italiano che parla la lingua delle grandi serie internazionali. Regia, montaggio, fotografia sono un esempio di buon cinema. Da segnalare anche la prova attoriale di Alessandro Borghi, Patrick Dempsey, Katia Smutniak.
Un magnate dell’editoria, restio ad aprirsi alle nuove forme di comunicazione, tiene sotto scacco i figli che vogliono prendere il suo posto. Tre stagioni e un ritratto spietato delle dinamiche di potere. Ma quello che complisce maggiormente è la descrizione delle dinamiche familiari. Una serie che racconta il mondo contemporaneo attraverso Shakespeare e Freud.
Che fine ha fatto la serie prototipo che affronta i temi del potere, in questo caso quello politico? E’ sparita. Abbiamo provato a fare una ricerca ma non si trova più in nessuna piattaforma. Neanche su Now tv, la piattaforma di Sky. Dopo lo scandalo me too che ha travolto l’attore protagonista Kevin Spacey la sesta stagione è stata girata senza di lui. Ma è stato un flop. Le accuse rivolte contro Spacey, alcuni processi sono ancora in corso, hanno fatto sì che la serie di grande successo venisse quasi nascosta, occultata. Ci chiediamo e vi chiediamo ma questa distruzione moralizzatrice, è cultura o vendetta? Giustizia o giustizialismo? Per noi la risposta è chiara: si tratta di una furia iconoclasta che porta solo odio, caccia alle streghe.