Sotto Torchio - 15 Luglio 2022

Coccia, autore di Amen: “La mia inchiesta sul Vaticano ha portato riforme strutturali all’interno della Curia”

Ospite a Sotto Torchio, la rubrica di Aldo Torchiaro per Il Riformista Tv, è Massimiliano Coccia, giornalista d’inchiesta e autore di Amen.

Torchiaro: “Massimiliano, cosa ci troviamo in Amen?”

Coccia: “Troverete l’inchiesta che ha cambiato il Vaticano. Papa Francesco, a partire da questa inchiesta, ha generato una serie di riforme strutturali all’interno della Curia: come l’inchiesta che nasce intorno agli illeciti della segreteria di stato vaticana e poi si snoda con un racconto intorno al potere, il potere nella città di Roma.

Torchiaro: “E’ venuto a mancare Eugenio Scalfari, straordinario esempio di giornalista, un riformista ante-litteram, ha fondato l’Espresso, poi Repubblica”.

Coccia: “Scalfari ha saputo inventarsi nel ruolo di editore e fondatore di un settimanale che ha ambiato il dibattito pubblico e il costume dell’epoca. Ha creato un giornale che andava contro il senso comune e questa è la sua grande lezione. Inoltre la sua vita è stata senza dubbio unica”.

Torchiaro: “Raccontaci di cosa ti sei occupato nella tua inchiesta…”

Coccia: “Questa mia inchiesta è la prima inchiesta che nasce non dalla fuga di notizie ma da un’indagine interna alla Santa Sede. Nel libro lo racconto, parlando anche del cardinale Angelo Becciu, fidato braccio destro di Papa Francesco, ex Sostituto agli Affari generali della Segreteria di Stato, di fatto l’ex numero tre del Vaticano, ma coinvolto nello scandalo finanziario più grande degli ultimi 70 anni, che ha portato la Chiesa a perdere più di 400 milioni di euro per l’acquisizione di un palazzo nel cuore di Londra. “Amen” è l’inchiesta che ricostruisce l’intera vicenda, fin dagli inizi”.

Torchiaro: “In Amen tu lo chiami il ‘metodo Becciu’…”

Coccia: “Già, perché ad un certo punto, nella lettura del libro, il lettore si renderà conto di quanto quel modo di vivere di Becciu confligge con ciò che dovrebbe fare la chiesa; ed è curioso veder come la Santa Sede, sotto la segreteria generale di Becciu investe nell’ultimo film di Elton John, nelle acque minerali, in Louis Vuitton, insomma, in attività di estrazioni off shore in Australia, insomma, una situazione che confliggeva con il nuovo corso dato da Papa Francesco. Becciu entra in seminario a 12 anni, è un ottimo quadro dirigente del vaticano, è il prodotto di un clero che aveva più interessi nella dimensione temporale della chiesa piuttosto che spirituale.

Torchiaro: “E c’è un altro personaggio ancora più misterioso che accompagna il cardinale Becciu, sto parlando Cecilia Marogna”.

Coccia: “Chi fa il nostro lavoro sa che dire una donna dei servizi segreti significa dire tutto e niente. Cecilia è legata a Becciu da un vincolo territoriale, sono entrambi sardi, viene ingaggiata per risolvere delle situazioni di cui però città del Vaticano ha già gli organi di competenza, per liberare dei religiosi che erano stati sequestrati. In verità lo fa in modo molto pacchiano, la ritroviamo coinvolta perché sul conto della sua società che ha sede in Slovenia arrivano 600mila
euro, soldi che poi sono investiti in beni di prima necessità – vestiti, mobili – insomma si è confermato che Becciu aveva accreditato Marogna presso il DIS, ma sostanzialmente questa collaborazione, ritenuta infruttuosa, fu accantonata”.

Torchiaro: “Giuseppe Pignatone, che ha seguito l’inchiesta di Mafia Capitale, tra le altre, è diventato presidente del tribunale di prima istanza del Vaticano. Che idea ti sei fatto?”.

Coccia: “Credo che rispecchi la volontà di Papa Francesco di dare una identità diversa al tribunale Vaticano. Prima era gestita da persone interne al Vaticano, la decisione di Bergoglio è piuttosto quella di avere un presidente che abbia conoscenza dei meccanismi corruttivi e dei sistemi che stanno fuori, ecco perché l’ingaggio a Pignatone”.

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