Aborto, Prado: “Cara Roccella, è eccome un diritto”
“Oggi su La Stampa, la neo ministra Eugenia Roccella scrive una lettera al direttore con la quale risponde ad un previo articolo in cui si parlava di lei, in cui si riportavano sue passate esperienze. In questa lettera che s’intitola “Non rinnego nulla sono femminista”, la ministra giustifica la sua posizione spiegando come l’ha maturata. Il problema è che si è riattivato in questi giorni, in occasione della nomina di questa ministra, si è riattivato un dibattito ambiguo sull’interruzione della gravidanza. E si è accreditata l’idea che non sia un diritto. Consentiamo l’aborto ma comunque non è un diritto. In che senso non è un diritto?
Se il punto di riferimento è il corpo della donna e il diritto della donna a determinare – per atto proprio e giudizio proprio – la vita del proprio corpo, l’essenza l’integralità l’interezza del proprio corpo e se il potere pubblico mostra una pretesa d’interferenza rispetto a ciò, come si fa a non riconoscere che in gioco c’è un diritto? Magari non direttamente, per una questione nominalistica, il diritto di interrompere la gravidanza, ma basta vederlo da un punito di vista giusto, ossia dal punto di vista del diritto della donna delle scelte che riguardano il proprio corpo, perché di questo si tratta. E quindi è in gioco un diritto e un tentativo più o meno subdolo di attentato a questo diritto”.